Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/391


351

CAPO X.

Altri edifizii; e primieramente della Curia, e di Calce.

Così adunque Giustiniano Augusto adornò di tempii Costantinopoli, e i luoghi suburbani: riferire poi ad uno ad uno gli altri edifizii non è cosa facile. Ma basterà dire in compendio, che la maggiore e principal parte della città e del palazzo che l’incendio avea consunta, ristaurò con più eleganza: se non che avendo io accuratamente rammemorate in particolare queste cose nella Storia delle Guerre, giudico superfluo parlarne qui. Solamente ora dirò di questo Imperadore essere opera il vestibolo della reggia, e quel tratto che chiamano Calce fino all’Eco di Marte; e le terme di Zeussippo partendo dal palazzo, e i grandi portici, e quanto stà intorno al foro di Costantino. Oltreciò cambiò faccia alla casa di Ormisda, prossima al palazzo; e fatta splendidamente degna della reggia l’aggiunse al palazzo medesimo, per la quale aggiunta il palazzo rendè e più spazioso, e più magnifico.

Presso al palazzo v’è il foro messo tutto a colonne, e dai Costantinopolitani chiamato l’Augusteo, del quale io feci menzione quando, descritto avendo la chiesa di S. Sofia, parlai della statua di bronzo posta in onore dell’Imperadore sull’altissima colonna di marmo a monumento di quella opera. Al fianco orientale del foro v’ha la Curia, opera di Giustiniano Augusto anch’essa, e sì splendida, e sì fornita d’ogni magnifica cosa, che supera ogni dire. Ivi il senato raccogliendosi