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tale chiesa, e quella fabbricata magnificentissima, che oggi vi si vede, Giustiniano Augusto al Martire prestò l’onor conveniente, ed aggiunse decoro allo Stretto coll’ornarne ambe le sponde, siccome dissi, di sacri edifizii. Di là da questo tempio, nel luogo che chiamasi l’Argiranio, era una vecchia casa pei poveri colti da malattie insanabili. Questa, che il tempo avea già diroccata, con molto impegno rifece da meglio servire alla prima istituzione. Sul lido detto Mocadio, vicino al luogo che anche oggi è detto Iero, fondò all’Arcangelo un tempio augustissimo, per dignità non inferiore in nissun modo ad alcuno de’ già rammemorati. Parimente una chiesa, con molto lavoro e tempo, ornata sopra quanto possa mai dirsi, inalzò al martire Trifone in quella piazzetta della città, che ha nome dalla Ciconia; ed un’altra nell’Ebdomo ai martiri Mena e Meneo. A sinistra poi della Porta Aurea vedendo essere rovinata la cappella di S. Ja, munificamente la rifabbricò.

Fin qui ho parlato de’ sacri edifizii da Giustiniano imperadore fatti eseguire in Costantinopoli. Dire partitamcnte di quelli, ch’egli costrusse per tutto l’Impero romano, sarebbe cosa grave; nè basterebbe il discorso. Bensì avendo a far menzione nominatamente di alcuna città, o provincia, opportunamente parleremo de’ suoi tempii.