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orientale si stende il luogo per religione santissimo, ove i sacri misterii vengono celebrati. Ma di ciò basti.

CAPO VII.

Nello stesso seno il tempio di S. Irene. Ivi trovatesi le reliquie de’ SS. quaranta Soldati martiri, Giustiniano è prodigiosamente risanato.


Alle fauci del seno anzidetto è posto il tempio di S. Irene martire, il quale l’Imperadore fece fabbricare con tanta magnificenza, che io confesso di essere incapace a descriverlo. Imperciocchè tanta cura egli mise in far bello quel seno, quasi col mare medesimo gareggiando, che questi varii tempii vi collocò, come altrettante lucentissime gemme aggiunte ad un rotondo monile. Ma poichè è accaduto di far menzione di questo tempio d’Irene, non disdirà narrare ciò che ivi accadde. Giacevano ivi da lungo tempo deposte le ceneri de’ SS. Quaranta, i quali furono romani soldati della dodicesima legione stazionata in Melitene, città dell’Armenia. Scavando gli artefici il suolo nel luogo, che dianzi accennai, trovarono una cassa, con iscrizione che dinotava comprendere le loro ceneri. Dopo tanto tempo, dacchè era rimasa nascosta, Dio la trasse in luce col disegno di dichiarare a tutti come ben accetti gli fossero i doni dell’Augusto, e com’egli rimunerasse la beneficenza. E di fatto era Giustiniano ammalato, gravemente afflitto per doloroso tumore venutogli ad un ginocchio, onde colava gran marcia: e s’avea chiamato addosso egli me-