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ancora tutti i propilei, e l’atrio, e le porte di mezzo, e la comunicazione colla reggia. In fine tanta è la magnificenza di questi due tempii, che per essi manifesto decoro riceve tutta la città, e il palazzo medesimo.

Quest’altra prova ancora diede della sua pietà verso gli Apostoli. Era in Costantinopoli certa cappella a tutti gli Apostoli dedicata, che per vetustà mezzo guasta minacciava prossima rovina. Egli la fece demolire tutta; e non solamente si applicò a ristaurarla, ma a renderla e più grande e più bella in questa maniera. Vennero disegnate due linee rette, le quali si tagliano per mezzo figurando una croce: una va da ponente a levante, l’altra da mezzodì a settentrione. Oltre l’esterno giro delle pareti, nell’interno veggonvisi affilati sotto e sopra varii ordini di colonne, e nella connessione di quelle due linee, che sta quasi nel mezzo di entrambe, v’ha il Santuario, così giustamente chiamato quel luogo, interdetto a chi non esercita le sacre cerimonie. I lati, che scorrono per lo spazio trasversale, sono eguali tra essi; e quella parte dello spazio che va dritto, volta a ponente supera l’altra quanto occorre per rappresentare la figura di croce. In quanto al tetto, la parte che soprastà al Santuario, non differisce da quella che è in mezzo al tempio di S. Sofia se non rispetto alla grandezza, che n’è minore. Del rimanente sonovi quattro arcate, tirate e connesse nella stessa maniera, e sopra quelle s’inalza un fabbricato rotondo con sue finestre, a cui è soprapposta una cupola sferica che sembra pendente in aria, nè aver saldo sostegno, quantunque in fatto sia saldissima. Tale si è il tetto di mezzo. Ne’ lati poi