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prestar può ognuno, che pur s’abbia scarsa ed esitante favella. E v’ha di più ancora; chè colla Storia da essi scritta i sudditi beneficati apertamente comprovano la gratitudine loro verso quelli che di loro ben meritarono; ed anzi in più bella maniera vi corrispondono, perciocchè dove della munificenza de’ loro Principi non poterono godere che per breve tempo, breve essendo il termine della vita mortale di tutti, immortale rendono la virtù di quelli, facendone passar la memoria ai posteri, molti de’ quali, per questo appunto emulando la gloria de’ passati, traggonsi all’amore delle oneste opere, altronde per timor della infamia guardandosi dalla cattiva strada, siccome conviene. Il perchè poi tutto questo io abbia premesso, vengo ora a dire.

A’ giorni nostri avendo Giustiniano Augusto prese le redini della Repubblica miseramente conquassata, egli a potenza splendidissima la sublimò, cacciatine i Barbari, che da molto tempo ne aveano invase le provincie, siccome partitamente già narrai ne’ libri, che delle avvenute guerre io scrissi. E se Temistocle, figliuolo di Nicocle, udimmo essersi una volta gloriato di sapere come ridurre ad ampiezza cospicua città che pur dianzi fosse piccola; ben più è da dire del nostro Imperadore, che seppe acquistare, e tenere sotto la sua dominazione altri regni: certo essendo che molti di que-