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N° II.
SEDIZIONE DE’ VITTORIATI.
Prima di riferire quanto intorno a ciò che diede principio a questa sedizione ci ha lasciato Teofane, gioverà premettere un luminoso passo di Evagrio, che leggesi nel cap. 31 del libro 4 della sua Storia. Esso è il seguente.
«Debbo dire di altro fatto di Giustiniano, il quale non so indicare se dalla viziosa sua natura, o da conceputo spavento nascesse. So che fu di tal sorta, che superò di gran lunga ogni crudeltà di più terribile fiera. Questo fatto ebbe il suo principio da quella sedizione popolare, che chiamasi Nika, cioè Vinci. Piacque sì fortemente a Giustiniano favorire l’altra fazione di quelli, che diconsi Veneti, che costoro potevano impunemente in pien meriggio in mezzo alla città trucidare i loro avversarii, e per ciò non solo non temendo le pene dovute a tali delitti, ma fatti anzi sicuri di ottenerne onori: d’onde venne che furonvi molti e molti omicidii. A costoro era fatto lecito l’entrare violentemente nelle altrui case, rapire i tesori in esse nascosti, alle persone vendere la loro salvezza e vita; e se alcun Magistrato cercava di frenarli, egli per quel suo zelo chiamava sopra il proprio capo una ruina certissima. Così accadde a certo personaggio, il quale era stato magistrato in Oriente: chè avendo egli voluto metter freno ad alcuni di coloro, i quali a queste novità applicavansi, e fatti flagellare onde meglio in avvenire si conducessero, fu per tutta la città strascinato, e flagellato egli medesimo gravissimamente. Callinico poi, prefetto della Cilicia, perchè due cilici, Paolo e Faustino, entrambi omicidi, i quali lui aveano assaltato e tentato d’uccidere, punì conforme portava la legge, fu crocifisso; e s’ebbe tale supplizio in mercè della sua
Procopio. | 19 |