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ogn’Imperadore ortodosso essendo figlio della chiesa, con tale titolo ne’ rispetti religiosi potevasi chiamare per tale, non solamente dal sommo Pontefice, ma dal Patriarca di Costantinopoli, il qual era l’immediato suo pastore. Dà singolar luce a questa nostra osservazione il passo ch’egli riferisce della lettera d’Innocenzo vescovo di Maronia a Temate; ed è il seguente. Il piissimo ed amante di Dio Imperador nostro, chiamato a sè il santissimo patriarca Epifanio, ci fece entrare con lui alla sua presenza, e dopo aver detto quanto Dio gl’inspirò, licenziollo, fatta, conforme l’uso, orazione secondo la sua pietà (secundum morem oratione facta pro ejus pietate). Imperciocchè, se giusto è il senso, che l’Alemanno dà a queste parole, come se significhino, che nel presentarsi a Giustiniano, e nel partirsi da lui il Patriarca era solito benedirlo (nel quale significato io però dubito che altri possa convenire), in ciò non contiensi che un atto di divozione religiosa, il quale in nessuna maniera esclude l’osservanza del cerimoniale stabilito; ed in ogni caso dimostra la riverenza dell’Imperadore al grado patriarcale, e allo spirituale ministero, per cui chiari sono i rispetti di padre nell’uno, e di figliuolo nell’altro. Distinguendosi adunque i caratteri di Pontefice, o Patriarca, e di suddito, tutto rimane esattamente spiegato.

2.° De’ tesori, che Procopio accenna ascosi da Giustiniano, se crediamo a Corippo, dobbiamo lodare il buon uso che ne fece Giustino suo successore, poichè con esso pagò i debiti che quell’Imperadore avea lasciati. Ma non si pagarono che i debiti comprovati con apoche. Nissuno pensò alla restituzione di quanto era stato ingiustamente rapito. Come sarebbesi potuto fare restituzione di tanto?

3.° Di questo terribil peso, e di quello di tante altre iniquità carico, morì Giustiniano sette anni dopo che Procopio avea condotto a questo punto la sua Storia segreta'. Se sul fine della vita codesto Imperadore diventasse insensato, non è cosa certa, sebbene veggasi ripetuta da parecchi Scrittori. Questi però non sono sincroni; e i sincroni ne tacciono. Si aggiunge la probabilità,