Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/313


277

dicendo: La fazione di Teodora Augusta asserendo che uno della Trinità avea patito, non per un certo rispetto, ma in senso assoluto, con legge generale impose a tutti che così avessero da ritenere; e violentemente volle che questa dichiarazione si sottoscrivesse dai cherici e dai monaci. Per questo poi Saba eccitato da Teodora a pregare onde avesse prole maschile, costantemente vi si rifiutò, perchè diceva egli, secondo che abbiamo dal medesimo Cirillo, anche i figli suoi non abbiano ad imbeversi dei dogmi di Severo; ed a turbare la Chiesa peggio di quello che fatto avea Anastasio. E Vittore già citato, riferisce che per quella pertinacia sua nell’errore Teodora fu scomunicata due volte, la prima da Agapito papa, la seconda da papa Vigilio. Onde, s. Gregorio detto il grande, ha lasciato scritto che papa Vigilio di buona memoria, trovandosi nella regia città avea promulgata sentenza di dannazione contro di Teodora Augusta, e contro degli Acefali. Non è detto però perchè fosse scomunicata una seconda volta, se lo era stata già una prima, che bastava.

3.° Procopio anche qui promette di parlare in appresso di quanto Teodora si adoprò contro le definizioni del Concilio calcedonese; e manchiamo pure di questa parte di Storia segreta.

4.° Le particolarità riferite intorno a Prisco falsario offrono alla considerazione nostra più cose. Primieramente è da avvertire alla quantità di gente, che a’ tempi di Giustiniano si occupava in falsificare le scritture; poichè abbiamo una legge di quell’imperadore, ed è la Novella 73, emanata contro gli autori di tali falsificazioni, troppo, com’egli dice, cresciuti. In secondo luogo debbesi notare, che Giustiniano dovette rivocare la prescrizione centenaria, e toglierla affatto con un editto, a cagione de’ gravissimi inconvenienti che seco portava. Procopio non accenna questo fatto, perchè dovette aver luogo dopo l’anno trentesimo secondo del regno di Giustiniano. In terzo luogo da quanto il N. A. dice delle varie sanzioni che Giustiniano, facendo e disfacendo, si permise intorno a materie ecclesiastiche, debbesi vedere l’origine del Nuovo Canone, compilato da Giovanni lo