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Braducione, compagno ed interprete dell’ambasciadore: cosa a memoria d’uomini non mai per l’addietro usata; non essendosi mai veduto che un interprete si sedesse, non che con un Imperadore, ma nemmeno con un magistrato di ordine infimo. Ma ben ebbe da lui onorificenze oltre la condizione di ambasciadore più notabili Isdegune; e al venire ed all’andarsene; quantunque l’ambasceria sua non riguardasse, siccome già dissi, verun affare. Sì imprudente condotta di Giustiniano non fruttò infine a Braducione che d’essere fatto crocifiggere, a tal morte avendolo Cosroe condannato al suo ritorno in Persia, insospettitosi di tanta distinzione.

CAPO XVIII.

1.° Gl’Imperadori di Costantinopoli aveano diverse villeggiature sul Bosforo, delle quali gli Eruditi non hanno mancato di parlare colla dottrina, che si acquista notando quanto si va leggendo. Una di quelle era chiamata l’Ereo, che altro non vuol dire che il luogo de’ sepolcri. Non dispiacerà udire un passo di Teofane, in cui parla di un viaggio di Teodora fatto alle Terme dette dei Pizii. In quest’anno, dice quello Scrittore, cioè nel sesto del regno di Giustiniano, Teodora, piissima Augusta, andò alle terme de’ Pizii per fare i bagni caldi. L’accompagnarono Mena, patrizio e prefetto del pretorio, Elia, patrizio e conte delle largizioni, ed altri Patrizii, Cubicularii, e Satrapi; ed ebbe inoltre seco da circa quattro mila uomini. Possiamo da questo passo presumere la molta gente, ch’essa dovea avere seco all’Ereo. È poi curioso il cenno, che Procopio fa della balena, o altro cetaceo che fosse, che il popolo di Costantinopoli chiamò porfirione, e che dicevasi quasi ad ogni cinquant’anni farsi vedere all’una o all’altra bocca del Bosforo, cagionando ruina a’ naviganti, e a’ cittadini, siccome diffusamente narra Procopio nel libro 3 della Guerra gotica.

2.° Ne’ libri di questa guerra, vivendo Teodora, quando Procopio li pubblicò, non ardì narrare la trama di quella Impera-