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nità sua pur quella di darsi il nome di alemannico, di gotico, di francico, di germanico, di àntico, di alanico, di vandalico, di africano, come se di tutte quelle nazioni avesse trionfato, quando in vece a parecchie pagò tributo, le altre non vinse giammai. Ond’è che piccato di tale superbia Teodeberto, re de’ Franchi, mosse i Longobardi ed altri popoli a far guerra a quell’Imperadore, siccome narra Agazia. Cosroe ruinandone quanto potè a varie riprese le provincie orientali, a que’ vani titoli, di cui mal soffrì la pompa, scrivendogli, altri più pomposi ne assunse egli per sè medesimo, come abbiamo in Menandro protettore, onde rintuzzare il fasto di lui. Fu vanità, che tanto denaro gli fece consumare in una moltitudine di fabbriche, per le quali diceva di avere oscurata la gloria di tutti gl’Imperadori e Re stati prima di esso. Ma giunse al colmo quando finita che fu quella del tempio di s. Sofia, gridò di aver vinto Salomone; e fu vanità impudente l’aver fatta collocare in faccia a quel tempio la statua di quel re, in aria mesta, e colle mani afferrantesi le guance, come dolente che per l’ampiezza e bellezza di quel nuovo tempio il suo fosse stato superato. Abbiamo di ciò l’attestazione dell’Autore delle Origini di Costantinopoli.
5.° Qui ed altrove Procopio parla dell’oro profuso da Giustiniano ai Barbari, o consumato in fabbriche. Lo stesso è asserito da altri. Efrem nella sua Cronaca dice: masse d’infinito denaro d’oro e d’argento, in qualunque modo accumolate, cotidianamente gittò prodigo o ai Barbari, o in edifizii. Agazia, testimonio di vista, scrive: Il soldato di Zabergane diceva che non sarebbesi partito (di Costantinopoli) se prima non avesse avuto molto denaro, egualmente che il Curtigure. Laonde l’Imperadore tant’oro mandò agli uni e agli altri, quanto credè bastante perchè fermata la pace se ne andassero dalle provincie invase.
6.° Dell’aizzare tra loro i Barbari, e metterli in guerra, che di Giustiniano qui narra Procopio, può vedersi ciò che nei Collettanei ne scrive Giovanni Antiocheno. Calcolando Giustiniano quanto spendevasi in tanta moltitudine di soldati, giu-