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biografo, ne somministra la prova, riferendo le pubbliche grida de’ Prasini, e del popolo di Costantinopoli: Avesse voluto Dio, che mai non fosse nato Sabbazio, chè certamente non avrebbe avuto te sanguinario! Simile fu il giudizio di papa Agapito. Io desiderai di venire dall’imperadore Giustiniano, e trovai invece Diocleziano. Simile fu quello di papa Vigilio. Non mi fecero venire a sè Giustiniano, e Teodora.... per quello che io comprendo; ma oggi veggo che trovai Diocleziano ed Eleuteria.
Della pazza munificenza di Giustiniano, oltre Evagrio e Zonara, abbiamo Marcellino, e Teofane, che la comprovano. Ecco le parole di Marcellino, alludendo al primo consolato di lui: Giustiniano console solennizzò questo famosissimo suo consolato con una munificenza superiore a quella di tutti i consoli orientali. Imperciocchè spese dugento ottant’otto mila soldi in oro in largizioni al popolo, in ispettacoli, ossia in macchine per gli spettacoli; e nell’anfiteatro espose venti lioni, trenta pardi, ed altre fiere. Nel circo espose numerosi cavalli, tutti ben bardati, che poi regalò agli Aurighi. Del suo secondo consolato parlando Teofane, dice: l’Imperadore diede al popolo il congiario, e fu sì munifico, che simile nol diede mai alcun altro Imperadore in pari occasione.
In altro luogo si parlerà delle sue profusioni ai Barbari.
CAPO XIV.
1.° Chi crederebbe mai che in calce di una Cronaca assai rinomata presso gli Eruditi, la Cassinense, si dichiarasse Teodora nata della nobilissima romana famiglia Anicia; si dicesse del sangue di uno de’ primarii patrizii romani, Tertullo; e di più nipote del martire s. Placido? Eppure così è scritto in certe lettere di un Pseudo-Gordiano unite a quella Cronaca. È facile immaginare, che Teodora pervenuta a tant’altezza di fortuna non avrebbe dimenticate le sue sorelle; e che l’opinione pubblica non avendo posto alcun ostacolo alla vergognosa esaltazione