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Roma, e tutti gli altri luoghi. Egli abbandonò Perugia, città principale della Tuscia, stretta di crudelissimo assedio, la quale poi fu presa mentr’egli veleggiava verso Costantinopoli.
3.° Nello stesso lib. 3.° della Guerra gotica, con espressioni simili a quelle, che usa qui, Procopio parla della condotta tenuta da Belisario con Erodiano; ed in quel libro si può vedere più ampiamente quanto riguarda il passaggio di Erodiano a Totila, e la consegna di Spoleto fatta da lui a quel re.
CAPO IX.
1.° È bene sapere chi fosse Vitaliano, zio di questo Giovanni. Ne parla il N. A. in appresso; ma ne ha parlato di più nel lib. 1 della Guerra persiana. Fu costui scita di nazione, e figliuolo di uno che si chiamò Patriciolo. Servì nella milizia, e fu tra i capitani dell’esercito di Anastasio. Però ribellossi a questo Imperadore tentando di detronizzarlo. Giunto all’Imperio Giustino lo chiamò presso di sè, e lo fece maestro della milizia, e di poi console. Sotto Giustino ebbe grande influenza negli affari, così che il papa Ormisda non dubitò di scrivere a lui sopra gravissimi affari ecclesiastici. Ma quando fu da Giustino chiamato per la guerra che avea fatta ad Anastasio, non fidandosi, chiesto avea sicurtà; e Giustiniano non solo gliel’assicurò a nome dell’Imperadore, ma gli giurò fede fraterna sulla Mensa sacra, ciò prendendo insieme l’Eucaristia, com’era allora il rito de’ Cristiani in simili circostanze. Quindi nacque che Giustiniano in varii incontri lo chiamò fratello: il che fece credere poi ad alcuni, che fossero fratelli di sangue Giustiniano e Vitaliano; e perciò poi Germano e Giovanni fossero per sangue nipoti di que’ due. Ora Giovanni, figlio di Vitaliano, iniziatosi nella milizia, era riuscito un valente capitano, della cui militare virtù Procopio parecchie volte negli altri libri parla con lode. Nell’anno undecimo della guerra gotica egli fu da Belisario spedito a Giustiniano per avere rinforzi; e deve credersi che in quel tempo appunto venisse con Germano in accordo pel matri-