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la strada dell’Oriente per unirsi a Belisario: che ove partita di Costantinopoli si fosse fermata al palazzo suburbano di Belisario, detto il Rufiniano, venisse egli cola sotto il pretesto di salutarla, e di onorevolmente accomiatarsi da lei: ivi avrebbero concertato insieme quanto occorreva; ed avrebbonsi date le scambievoli sicurtà. Fu di ciò Giovanni contento; e si fissò il giorno destinato a trovarsi insieme egli ed Antonina».

«Quando l’Augusta udì da Antonina tutta la serie delle cose concertate, essa non solo ne commendò il pensiero, ma aggiunse quanti stimoli potè, onde questo venisse eseguito. Venuto adunque il giorno fissato, dopo che Antonina ebbe salutata l’Augusta, uscita di città recossi al Rufiniano con tutta l’apparenza di partirne il dì dopo, onde incamminarsi verso l’Oriente. Al Rufiniano pure, secondo l’intelligenza, si recò Giovanni di notte tempo. Le cui macchinazioni dirette ad invadere la Signoria avendo l’Augusta intanto partecipate al marito, questi mandò al Rufiniano con forte drappello di soldati l’eunuco Narsete, e Marcello prefetto delle guardie palatine, con ordine di esplorare quanto colà si facesse, e quando sorprendessero Giovanni tentar novità, di ucciderlo, e subitamente ritornarsene. Andarono questi per eseguire l’ordine avuto».

«Nel tempo stesso udita la trama, che si ordiva contro Giovanni, l’Imperadore dicesi avergli mandato un suo famigliare, il quale lo dissuadesse dal clandestino abboccamento con Antonina. Ma Giovanni, la cui ruina Dio avea decretata, niun caso fatto dell’avvertimento, circa la mezza notte ebbe colloquio con