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Ma io stimo bene aggiungere un’appendice a questa istoria. Codesto Eudemone, di cui si è parlato, poco dopo morì senza testamento, lasciando numeroso stuolo di parenti. Circa il tempo stesso morì pure Eufrata, primo degli eunuchi di palazzo, lasciando un figlio di una sua sorella, senza disporre in nessun modo delle amplissime sue facoltà. L’Imperadore mise le mani sui patrìmonii di entrambi, dichiarandosi loro erede volontario, senza dare agli eredi legittimi nemmeno il triobolo. Tale fu il riguardo suo alle leggi, e ai parenti de’ suoi famigliari. Di questa maniera avea senza nissun diritto portate via le sostanze d’Ireneo dianzi morto.
Circa il tempo medesimo avvenne pure un altro caso, che non voglio tralasciar di accennare. Certo Anatolio fu vivendo riguardato come il primo tra i senatori di Ascalona: e Mammiliano, uomo nobilissimo tra quelli di Cesarea, s’ avea presa in moglie la figlia di Anatolio, unica che questi avesse, ed erede sua universale. V’era però un’antica legge, per la quale veniva stabilito, che de’ senatori di qualunque città, i quali morissero senza figli maschi, la quarta parte de’ beni andasse al Senato, il rimanente fosse degli eredi. Ed anche qui l’Imperadore si appalesò qual’era, facendo poco prima una legge tutta contraria; e statuendo che, morto senza figli maschi un senatore, gli eredi avessero la quarta parte de’ suoi beni, e il rimanente andasse spartito tra l’Erario e il Senato, quantunque dacchè il mondo è mondo mai le facoltà de’ senatori non fossero passate nell’Erario pubblico, nè in quello dell’Imperadore. Sotto questa ultima legge morì Anatolio. La figlia secondo la