Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
165 |
Ora Giustiniano li ebbe tanto a disprezzo, che i questori li lasciarono senza paga per quattro e cinque anni; e mentre, venuti Romani e Persiani a far tregua, que’ miserabili speravano che a godimento de’ frutti della pace avrebbero riscossi i loro stipendii arretrati, si videro dall’Imperatore cassati dal ruolo militare. Così i confini dell’Imperio furono lasciati senza presidio; e il soldato limitaneo non ebbe per la sua sussistenza che la pietà de’ privati.
La Corte imperiale avea per guardia tre mila cinquecento soldati, detti gli Scolarii; e l’erario dava loro da antico tempo una paga maggiore che a tutti gli altri; nè v’erano se non se i Triarii degli Armeni, ed i più scelti fra tutto l’esercito, che dai maggiori ricevessero quest’onore. Dopo che fu imperadore Zenone, ogni poltrone ed imbelle potè entrare in quel corpo, e finalmente anche i bagaglioni giunsero a comprarsi un posto in quella milizia. Sotto Giustino poi Giustiniano molti chiamò in quel corpo per grosse somme; e poichè vide i ruoli pieni, ne aggiunse da circa due mila, che chiamò soprannumerarii, i quali, quando fu proclamato imperadore immantinente ritenendosi tutto il denaro che ne avea ricevuto, congedò. Poi trattatosi di spedire eserciti nell’Africa, o nella Italia, o nella Persia, gli Scolarii del giusto numero, quantunque inesperti affatto di guerra, ordinò che avessero a marciare colla truppa più scelta. Ma essi di ciò atterriti rinunciarono all’Imperadore (cosa che non rare volte era avvenuta) le paghe di che erano creditori. Anch’essi poi provarono le rapine, grandi e cotidiane, di Pietro maestro degli