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paesi trarre a sè più liberamente ogni cosa, e tutta l’Africa colle spoglie condottene via ingoiare. La sua cura fu mandare nelle provincie estimatori, ordinare nuovi e gravissimi titoli d’imposte, occupare le campagne migliori, vietare l’esercizio del culto agli Ariani, prolungare la spedizione de’ militari aiuti, vessare i soldati, onde poi per ultimo flagello si suscitassero sedizioni. Così a turbare e a minar tutto era nato costui, incapace di ogni fermo disegno.

L’Italia, quantunque l’Africa d’essa sia tre volte maggiore, di una assai più grande quantità d’uomini fu spogliata: onde può argomentarsi il numero, che per le stragi ivi seguite ne perì. Della origine della guerra italica parlai già. E le inique misure usate nell’Africa Giustiniano usò in Italia. Colà eziandio mandò gli estimatori, chiamati logoteti; e ad un tratto scosse e corruppe tutto. Prima della guerra italica il regno de’ Goti dalle contrade de’ Galli protraevasi sino ai confini della Dacia, ove è la città di Sirmio. Quando l’esercito de’ Romani era in Italia, i Germani occupavano una gran parte de’ paesi de’ Galli e de’ Venetici. Il Sirmio, e la contrada vicina eran tenuti dai Gepidi. Tutto questo tratto di terre fu nudo affatto di abitatori, estinti parte per la guerra, parte per le malattie e pestilenze che alla guerra sogliono succedere. L’Illirio, la Tracia intera, la Grecia, il Chersoneso, e tutte le regioni che dalle fauci del Mar Ionio stendonsi sino ai luoghi suburbani di Costantinopoli, e quanti popoli ivi sono, dopo che Giustiniano incominciò a regnare, dalle incursioni degli Unni, degli Schiavoni, degli Anti, quasi ogni anno furono devastati,