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mezzo alle querele e alle lagrime alle nozze della figliuola di Grisomella. Fu Grisomella prima saltatrice, poi postribola; e allora viveva nella reggia stessa in intima famigliarità con Teodora, come pur viveavi Indara: le quali invece del bordello, e del teatro applicavansi agli affari della repubblica. Saturnino intanto, essendosi giaciuto colla sposa, la trovò guasta, e il riferì ad uno de’ suoi amici. Di che informata Teodora, a’ servi suoi ordinò che preso Saturnino da uno sulle spalle, come usa farsi ai fanciulli nelle scuole, gli altri lo flagellassero come vantatore temerario e spergiuro; e mentre veniva sul dorso battuto a sangue, essa medesima gli andava dicendo che imparasse a frenare la lingua.
Che supplizio facesse soffrire a Giovanni cappadoce, negli altri libri si è detto: nè vendicava essa le male opere fatte da lui in danno della repubblica, che più gravi ancora in altri andavano impunite, ma torti puramente privati. Quel Giovanni avea avuto il coraggio di resistere alla volontà di lei, e di accusarla una volta all’Imperadore, il quale poco mancò che non rimanesse contro di lei concitato. Egli è qui, come dissi, che debbo ricordare leverò cagioni di quel fatto. Allora essa, conforme narrai, assai mal concio lo mandò in Egitto; ma non cessò di vessarlo in ogni maniera, e di cercare contro di lui falsi testimoni. E in fatti quattro anni dopo, trovato avendo tra i sediziosi di Cizico due Prasini, i quali dicevansi essere di quelli che violentemente aveano dato addosso al vescovo, capaci di fare quanto essa desiderava, si mise a tentarli e colle promesse di premii, e colle minacce di