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CAPO XVII.

Più specificatamente si espongono i vizii di Giustiniano. Sua pietà ipocrita e sanguinaria. Adulazione di Triboniano. Falsità di Giustiniano: sua leggerezza e versatilità. Sua avidità. Non fa conto che de’ soli scellerati. Si arroga tutti gli officii de’ ministri, de’ magistrati, del senato. Vende le leggi e i giudizii. Seduzioni di Leone cilice. Infame carattere di costui.

Quantunque però Giustiniano fosse de’ costumi che si sono detti, a tutti mostrossi accessibile e dolce, così che mai non accadde che alcuno fosse impedito dal parlargli, nè mai si sdegnò se qualcheduno stando in presenza sua parlasse poco decentemente. Per tale maniera ancora non si commoveva per nulla della ruina che ad altri preparasse. Contro a chi gli era infesto non mostrava mai ira, nè concitamento; ma con fronte placida, con basso sopracciglio e a mezza voce ordinava la morte d’infinita moltitudine d’uomini innocenti, la devastazione di città, la confiscazione de’ beni. Dal quale suo contegno sarebbesi detto ch’egli fosse di una indole mansuetissima. Ma se alcuno cercava supplichevole d’implorarne la clemenza, e pietosamente patrocinare presso di lui persone afflitte, cominciava a turbarsi, e a digrignare i denti, e a ribollire di collera contra la vita de’ sudditi. Era però indulgente coi sacerdoti che i vicini confidentemente offendessero; e congratulavasi con essi ove occupassero i beni de’ loro confinanti, credendo egli questa essere pietà verso Dio. E se alcuna