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colo: non eccedeva la giusta misura. Nè era egli gracile, ma moderatamente pieno di succo, e liscio di faccia, nè senza avvenenza, poichè anche dopo due giorni di digiuno appariva rubicondo. In quanto alla fisonomia, dovendo con parole esprimerla, dirò che rassomigliava assaissimo a Domiziano, figliuolo di Vespasiano, i cui improbi costumi i Romani provarono tanto, che anche dopo che fu messo a pezzi, non estinsero l’odio che gli portavano, poichè per decreto del senato si ordinò, che il nome di Domiziano non rimanesse nelle iscrizioni, nè che si lasciasse in piedi alcuna sua statua. E di fatti nè in Roma, nè altrove si vede alcuna lapida che porti il suo nome, quando in qualche luogo non sia scolpito insieme con quello di altri principi. In quanto poi a statue, in nessun luogo dell’orbe romano se ne trova, fuori d’una in bronzo, eretta nel caso che sono per dire. Avea Domiziano per moglie una donna liberale di modi, ed altronde onestissima, la quale mai non diede molestia ad alcuno, nè danno; nè in veruna maniera avea approvate le scelleratezze del marito. Ben voluta da tutti, chiamata in senato perchè liberamente dicesse che cosa nelle circostanze in cui trovavasi, le piacesse chiedere, si limitò a domandare unicamente che le fosse permesso di dar sepoltura al corpo di Domiziano, e di collocarne ove volesse una sola statua di bronzo. Concedette il senato quella domanda; ed essa per lasciare a’ posteri un monumento della crudeltà di coloro, che aveano messo in pezzi il marito, fece quanto siegue. Raccolti i brani del corpo di Domiziano, ed uniti insieme, quello così fatto intero fece vedere agli