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prima che il sol tramontasse, e andavano in compagnia per essere meglio sicuri. Ma crescendo sempre più il disordine, e niuna misura contro i perversi prendendosi dal prefetto della città, questi diventavano ogni giorno più insolenti, atteso che quando è fatta ampia la licenza del mal fare, i misfatti maggiormente crescono, non essendo più possibile estirparli coi supplizii; e per certo impeto naturale i più sieguono i cattivi esempii. Così operavano i Veneti.

Di quelli della fazione contraria alcuni si accostarono loro per la smania di vendicare sul popolo le offese ricevute; altri si nascosero; molti furono presi o dai loro nemici, o dal magistrato che li traea alla morte. La cosa finì, che molta gioventù della città si associò a que’ malandrini, non che dianzi fosse d’intelligenza con essi, ma o spronata dal sentimento delle sue forze, od allettata da iniqua licenza. Nè per certo v’è alcuna sorta d’iniquità nota agli uomini, che in questo tempo non siasi commessa, e non sia rimasta impunita.

Da principio erano prese di mira le persone della fazione contraria: poscia si travagliarono anche quelle, che non aveano mai fatto male ad alcuno. Accadde ancora, che da molti corrotti col denaro, avuti i segnali, ne uccidevano i nemici, incolpando questi d’essere Prasini, quando non li aveano mai nè conosciuti, nè veduti. E non più commettevansi queste malvagità in mezzo alle tenebre ed occultamente; ma ad ogni ora del giorno, e in ogni luogo della città, e sotto gli occhi delle persone principalissime, se vi si fossero a caso imbattute. Nè veramente v’era bisogno di andar circo-