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cittadini, e quell’appetito non di vera gloria, ma di vituperosi onori, dal quale dipendono gli odj, le inimicizie, i dispareri, le sette, dalle quali nascono afflizioni di buoni, esaltazioni di tristi; perchè i buoni confidatisi nell’innocenza loro, non cercano come i cattivi di chi straordinariamente li difenda, e onori, tanto che indifesi, e inonorati rovinano.

§. 5.

Da quest’esempio di corruzione nasce l’amore delle parti, e la potenza di quelle, perchè i cattivi per avarizia, e per ambizione, i buoni per necessìtà le seguano, e quello, che è più pernicioso, è il vedere come i motori di esse l’intenzione, e fine loro con un pietoso vocabolo adonestano.

§. 6.

Da tal corruzione ne nasce, che gli ordini, e leggi non per pubblica, ma per propria utilità si fanno.

§. 7.

Da tal corruzione ne nasce, che le guerre, le paci, le amicizie, non per gloria comune, ma per soddisfazione di pochi si deliberano.

§. 8.

In una Città macchiata di tali disordini, le leggi, li statuti, gli ordini civili, non secondo il bene pubblico, ma secondo l’ambizione di quella parte, che è rimasta superiore, si sono sempre in quella ordinati, e ordinano.