Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/469


canto 449

     Per gl’infiniti mali,
     15Che giorno, e notte lamentar gli fanno;
     Con singulti, ed affanno,
     Con alte voci, e dolorose strida
     Ciascun per se mercè domanda, e grida.
Questo a Dio non è grato,
     20Nè puote esser ancora
     A chiunque tien d’umanitate un segno;
     Per questo ci ha mandato,
     Che vi dimostriam ora
     Quanto fia l’ira sua giusta, e lo sdegno;
     25Poiché vede il suo Regno
     Mancare a poco a poco, e la sua gregge,
     Se pel nuovo Pastor non si corregge.
Tant’è grande la sete
     Di gustar quel paese,
     30Ch’a tutto il mondo diè le leggi in pria;
     Che voi non v’accorgete,
     Che le vostre contese
     Agl’inimici vostri aprin la via.
     Il Signor di Turchia
     35Aguzza l’armi, e tutto par, ch’avvampi,
     Per inondare i vostri dolci campi,
Dunque alzate le mani
     Contro al crudel nemico,
     Soccorrendo alle vostre genti afflitte:
     40Deponete, Cristiani,
     Questo vostr’odio antico,
     E contro a lui voltate l’armi invitte;
     Altrimenti interditte
     Le forze usate vi saran dal Cielo,
     45Sendo in voi spento di pietate il zelo.