25Avanti che l’italica virtute
Ponesse il suo auspicato nido
Ne’ sette colli, e fussin conosciute
L’opere de’ Roman, la fama, e ’l grido,
Furon le valli intorno possedute 30Da varj regi, tanto che in quel lido
Pervenne Palatino alla corona,
Sotto cui visse la bella Pomona.
Ninfa non era alcuna in quella riva,
Ch’amasse tanto i pomi quanto questa, 35Onde ’l nome da’ pomi le deriva;
Però che or questo con la falce annesta,
Versa sopra quell’altro l’acqua viva
Quando il Sol caldo le sue barbe intesta;
Pota a quell’altro i rami secchi e torti, 40E non amava, se non pomi ed orti.
A questi solo ella avea posto amore,
Fuggendo al tutto di Venere i lacci,
E le saette del fiero Signore,
Dispregiando suoi prieghi o suoi minacci. 45E perchè sendo donna, avea timore,
Che violenza alcuno uom non le facci,
Di mura l’orto suo circonda e fascia,
Là dove entrar mai uom per nulla lascia.
I giovanetti Satiri d’intorno 50Gli facien vani balli per placarla;
Pan, e Sileno molte volte andorno
Innamorati di lei a trovarla,
E sempre dura e fredda la trovorno,
Ma quel che si credea più caldo amarla, 55Era Vertunno in fra tutti costoro,
Nè più felice viveva di loro.