Pietoso se’ se qualche miser senti
Per contraria fortuna o per amore, 63Col tuo dolce parlar tu lo contenti.
Non che gloria tu sia d’ogni pastore,
Come ognun veder può le selve adorni 66Quale ogni Dio di quelle abitatore.
Nè vi duol più che Diana soggiorni
In cielo o selve, nè Febo curate 69D’Ameto a riguardar li armenti torni.
Nè di Ecuba il figliuol più non chiamate
Non Cefal, non Atlanta, perchè più 72Felice con costui, più liete state.
In te veggo adunata ogni virtù,
Nè maraviglia par, perchè a plasmarti 75Non uno Dio a tanta opera fu.
Quando al principio Dio volse crearti
Il primo magisterio a Vulcan diede, 78Per più bel, più giocondo o lieto farti.
Or poichè Giove creato ti vede,
Sì allegro si mostra e lieto in vista, 81Che dubbia del suo stato Ganimede.
Però che in quella terra d’acqua mista
Uno spirito tal Minerva immisse, 84Qual mai tempo o fatica non acquista.
Intorno al capo tuo Vener poi fisse
Le sua grazie immortali, ed ai pastori 87Benigno viverai e grato, disse.
L’ore bianche viole e freschi fiori
Colson liete dipoi, e con quei suci 90Ti sparson tutto, e con variati odori.
Marte feroce, onde tu più riluci,
Nel generoso petto un core incluse 93Simile a Cesar Duca, agli altri Duci.