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CAPITOLO.


POscia che all’ombra sotto questo alloro
     Veggo pascere intorno il mio armento
     3Vuo’ dar principio a più alto lavoro.
Se mai, fistula dolce, il tuo concento
     Fe’ gir li sassi, fe’ muover le pianti,
     6Fermare i fiumi, e racchetare il vento;
Mostra ora e’ tuoi valori uniti e tanti
     Che la terra ammirata e lieta resti,
     9E rallegrisi il Ciel de’ nostri canti.
Benchè altra voce ed altro stil vorresti;
     Perchè a laldar tanta beltade appieno
     12Più alto ingegno convien che si desti.
Che d’un giovan celeste e non terreno,
     Di modi eccelsi, di divin costumi,
     15Convien per uom divin le laudi sieno.
Porgimi dunque, Febo, de’ tua lumi,
     Se mai priego mortal per te s’intende,
     18Fa che la mente mia oscura allumi.
Io veggo la tua faccia che raccende
     Più che l’usato un vivace splendore,
     21Nè vento o nube questo giorno offende.
Talchè ajutato dal tuo gran valore,
     O sacro Apollo, e da tue forze io voglio
     24Spenderlo in fare al tuo Iacinto onore.
Iacinto il nome tuo celebrar soglio,
     E per farne memoria a chiunque vive,
     27Lo scrivo in ogni tronco, in ogni scoglio.


 
 
Di-