O mente umana insaziabile, altera,
Subdola, e varia, e sopra ogni altra cosa 57Maligna, iniqua, impetuosa e fera!
Poichè per la tua voglia ambiziosa
Si fe’ la prima morte violenta 60Nel mondo, e la prim’erba sanguinosa.
Cresciuta poi questa mala sementa,
Moltiplicata la cagion del male, 63Non c’è ragion, che di mal far si penta,
Di quì nasce, che un scende e l’altro sale;
Di quì dipende senza legge, o patto, 66Il variar d’ogni stato mortale.
Questa ha di Francia il re più volte tratto;
Questa del re Alfonso, e Lodovico, 69E di san Marco ha lo Stato disfatto.
Nè sol quel, che di bene ha il suo nimico;
Ma quel che pare (e così sempre fù 72Il mondo fatto moderno, e antico)
Ognuno stima, ognuno stima più
Sormontare opprimendo or quello, or questo, 75Che per qualunque sua propria virtù.
A ciascun l’altrui ben sempre è molesto;
E però sempre con affanno, e pena 78Al mal d’altrui è vigilante, e desto.
A questo istinto natural ci mena,
Per proprio moto, e propria passione, 81Se legge, o maggior forza non ci affrena.
Ma se volessi saper la cagione,
Perchè una gente imperi, e l’altra pianga, 84Regnando in ogni loco ambizione,
E perchè Francia vittrice rimanga;
Da l’altra parte, perchè Italia tutta 87Un mar d’affanni tempestoso franga;