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428 capitolo

O mente umana insaziabile, altera,
     Subdola, e varia, e sopra ogni altra cosa
     57Maligna, iniqua, impetuosa e fera!
Poichè per la tua voglia ambiziosa
     Si fe’ la prima morte violenta
     60Nel mondo, e la prim’erba sanguinosa.
Cresciuta poi questa mala sementa,
     Moltiplicata la cagion del male,
     63Non c’è ragion, che di mal far si penta,
Di quì nasce, che un scende e l’altro sale;
     Di quì dipende senza legge, o patto,
     66Il variar d’ogni stato mortale.
Questa ha di Francia il re più volte tratto;
     Questa del re Alfonso, e Lodovico,
     69E di san Marco ha lo Stato disfatto.
Nè sol quel, che di bene ha il suo nimico;
     Ma quel che pare (e così sempre fù
     72Il mondo fatto moderno, e antico)
Ognuno stima, ognuno stima più
     Sormontare opprimendo or quello, or questo,
     75Che per qualunque sua propria virtù.
A ciascun l’altrui ben sempre è molesto;
     E però sempre con affanno, e pena
     78Al mal d’altrui è vigilante, e desto.
A questo istinto natural ci mena,
     Per proprio moto, e propria passione,
     81Se legge, o maggior forza non ci affrena.
Ma se volessi saper la cagione,
     Perchè una gente imperi, e l’altra pianga,
     84Regnando in ogni loco ambizione,
E perchè Francia vittrice rimanga;
     Da l’altra parte, perchè Italia tutta
     87Un mar d’affanni tempestoso franga;