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CAPITOLO
DI FORTUNA
A GIOVANNI BATTISTA SODERINI.
COn che rime giammai, o con che versi
Canterò io del regno di Fortuna,
3E de’ suoi casi prosperi, ed avversi?
E come ingiuriosa, ed importuna,
Secondo è giudicata quì da noi,
6Sotto il suo seggio tutto il mondo aduna?
Temer, Giovan Battista, tu non puoi,
Nè debbi in alcun modo aver paura
9D’altre ferite, che de’ colpi suoi.
Perchè questa volubil creatura
Spesso si suole oppor con maggior forza,
12Dove più forza vede aver natura.
Sua natural potenza ogni uomo sforza;
E il regno suo è sempre violento,
15Se virtù eccessiva non lo ammorza.
Onde io ti priego, che tu sia contento
Considerar questi miei versi alquanto,
18Se ci sia cosa di te degna drento.
E la diva crudel rivolga intanto
Ver di me gli occhi suoi feroci, e legga
21Quel ch’or di lei, e del suo regno io canto.