Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/432

412


CAPITOLO

DELL’OCCASIONE

A FILIPPO DE’ NERLI.


CHi sei tu, che non par donna mortale?
     Di tanta grazia il Ciel t’adorna e dota!
     3Perchè non posi? Perchè a’ piedi hai l’ale?
Io sono l’Occasione, a pochi nota;
     E la cagion, che sempre mi travagli,
     6È, perchè io tengo un piè sopra una rota.
Volar non è, che al mio correr s’agguagli;
     E però l’ale a’ piedi mi mantengo,
     9Acciò nel corso mio ciascuno abbagli.
Gli sparsi miei capei dinanti io tengo;
     Con essi mi ricopro il petto, e ’l volto,
     12Perch’un non mi conosca, quando vengo.
Dietro dal capo ogni capel mi è tolto;
     Onde in van si affatica un, se gli avviene
     15Ch’io l’abbia trapassato, o s’io mi volto.
Dimmi: chi è colei, che teco viene?
     È penitenza; e però nota, e intendi:
     18Chi non sa prender me, costei ritiene.
E tu mentre parlando il tempo spendi,
     Occupato da molti pensier vani,
     21Già non t’avvedi, lasso, e non comprendi
Com’io ti son fuggita dalle mani!


 
 
CA-