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DELL’ASINO D’ORO 385

E se alle mie parole tu non credi,
     Risguarda un po’ come intorno ti stanno,
     132E chi ti guarda, e chi ti lecca i piedi.
E la cagion del guardar ch’elle fanno
     È che a ciascuna della tua rovina
     135Rincresce, e del tuo male, e del tuo danno.
Ciascuna, come te, fu peregrina
     In queste selve, e poi fu trasmutata
     138In queste forme dalla mia Regina.
Questa propria virtù dal Ciel gli è data,
     Che in varie forme faccia convertire,
     141Tosto che ’l volto d’un uom fiso guata.
Per tanto a te convien meco venire,
     E di questa mia mandra seguir l’orma,
     144Se in questi boschi tu non vuoi morire,
E perchè Circe non vegga la forma,
     Del volto tuo, e per venir segreto,
     147Te ne verrai carpon fra questa torma.
Allor si mosse con un viso lieto;
     Ed io, non ci veggendo altro soccorso,
     150Carpendo con le fiere le andai dietro,
Infra le spalle d’un cervio, e d’un orso.