E mi parea veder intorno morte
Con la sua falce, e d’un color dipinta, 33Che si dipinge ciascun suo consorte.
L’aria di folta, e grossa nebbia tinta,
La via di sassi, bronchi, e sterpi piena, 36Avean la virtù mia prostrata, e vinta.
Ad un troncon m’er’io appoggiato a pena,
Quando una luce subito m’apparve 39Non altrimenti che quando balena.
Ma come il balenar già non disparve;
Anzi crescendo, e venendomi presso, 42Sempre maggiore, e più chiara mi parve.
Aveva io fisso in quella l’occhio messo,
E intorno a essa un mormorio sentivo 45D’un frascheggiar, che le veniva appresso.
Io era quasi d’ogni senso privo,
E spaventato a quella novitate 48Teneva volto il volto a chi io sentivo.
Quando una donna piena di beltate,
Ma fresca, e frasca mi si dimostrava 51Con le sue trecce bionde, e scapigliate.
Con la sinistra un gran lume portava
Per la foresta, e dalla destra mano 54Teneva un corno, con ch’essa sonava.
Intorno a lei per lo solingo piano
Erano innumerabili animali, 57Che dietro le venian di mano in mano;
Orsi, Lupi, e Leon fieri, e bestiali,
E Cervi, e Tassi, e con molt’altre fiere, 60Uno infinito numer di Cinghiali,
Questo mi fece molto più temere;
E fuggito sarei pallido, e smorto, 63S’aggiunto fosse alla voglia il potere.