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DELL’ASINO D’ORO | 381 |
CAPITOLO SECONDO.
QUando ritorna la Stagione aprica,
Allor che Primavera il Verno caccia,
3A’ ghiacci, al freddo, alle nevi nimica,
Dimostra il Cielo assai benigna faccia,
E suol Diana con le Ninfe sue
6Ricominciar pe’ boschi andar a caccia.
E il giorno chiaro si dimostra piue,
Massime se tra l’uno, e l’altro corno
9Il Sol fiammeggia del celeste bue.
Sentonsi gli Asinelli, andando attorno,
Romoreggiar insieme alcuna volta
12La sera, quando a casa fan ritorno.
Tal che chiunque parla mal, si ascolta;
Onde che per antica usanza è suta
15Dire una cosa la seconda volta.
Perchè con voce tonante, ed arguta
Alcun di loro spesso, o raglia, o ride,
18Se vede cosa che gli piaccia, o fiuta.
In questo tempo, allor che si divide
Il giorno dalla notte, io mi trovai
21In un luogo aspro quanto mai si vide.
Io non vi so ben dir, com’io v’entrai,
Nè so ben la cagion, perch’io cascassi
24Là dove al tutto libertà lasciai.
Io non poteva muover i miei passi
Pel timor grande, e per la notte oscura,
27Ch’io non vedeva punto ov’io m’andassi.
Ma molto più m’accrebbe la paura
Un suon di un corno sì feroce, e forte,
30Che ancor la mente non se ne assicura,