avrebbe avuti; rispondo che tutti quelli rispetti che li ebbe allora era per averli sempre, perchè sempre il papa non doveva volere che Napoli ritornassi a Francia, e sempre Francia doveva avere rispetto al papa et all’altre potenzie, che non si unissino, veggendolo ambizioso. E s’uno dicessi: Spagna dubitava, che non si unendo con il papa a fare guerra a Francia, il papa non si unissi con Francia per sdegno a fare guerra a lui, sendo il papa uomo rotto et indiavolato come era, e però fu costretto pigliare simil partito; che risponderei? che Francia sempre s’arebbe più presto convenuto con Spagna che con il papa, quando avessi in quelli tempi possuto convenire o con l’uno o con l’altro, sì perchè la vittoria era più certa, e non ci si aveva a menare arme; sì perchè allora Francia si teneva sommamente iniuriato dal papa, e non da Spagna, e per valersi di quella iniuria e satisfare a la Chiesa del concilio, sempre arebbe abbandonato il papa; di modo che a me pare che in quelli tempi Spagna potessi essere o mediatore d’una ferma pace, o compositore d’uno accordo sicuro per lui. Nondimanco e’ lasciò indreto tutti questi partiti, e prese la guerra, per la quale poteva temere che con una giornata ne andassino tutti li stati suoi, come e’ temè quando e’ la perdè a Ravenna, che subito dopo la nuova della rotta, ordinò di mandare Consalvo a Napoli, ch’era come per lui perduto quel regno, e lo stato di Castiglia li tremava sotto. Nè doveva mai credere che svizeri lo vendicassino et assicurassino, e li rendessino la reputazione persa, come avvenne; in modo che, se voi considerrete tutta quella azione e maneggi di quelle cose, vedrete nel re di Spagna astuzia e buona fortuna, più tosto che sapere o prudenzia; e come io veggo fare ad uno uno errore, io presuppongo che ne faccia mille; nè crederrò mai che sotto questo partito ora da lui preso ci possa essere altro che quello che si vede, perchè io non beo paesi, nè voglio in queste cose mi muova nessuna autorità senza ragione. Pertanto io voglio con-