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DELL’ASINO D’ORO


DI


NICCOLÒ MACHIAVELLI.





CAPITOLO PRIMO.


I
Varj casi, la pena, e la doglia,

     Che sotto forma d’un Asin soffersi,
     3Canterò io, purchè fortuna voglia.
Non cerco ch’Elicona altr’acqua versi,
     E Febo posi l’arco, e la faretra,
     6E con la lira accompagni i miei versi;
Sì perchè questa grazia non s’impetra
     In questi tempi; sì perch’io son certo,
     9Che al suon d’un raglio non bisogna cetra.
Nè cerco averne prezzo, premio o merto;
     Ed ancor non mi curo, che mi morda
     12Un detrattore, o palese, o coperto,
Ch’io so ben quanto gratitudo è sorda
     A’ preghi di ciascuno; e so ben quanto
     15De’ benefizj un Asin si ricorda.
Morsi, o mazzate io non istimo tanto,
     Quant’io soleva, sendo divenuto
     18Della natura di colui, ch’io canto.
S’io fossi ancor di mia prova tenuto
     Più ch’io non soglio, così mi comanda
     21Quell’Asin, sotto il quale io son vissuto.