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366 DECENNALE PRIMO.

A Roan persuase la venuta
     D’Italia, promettendogli l’ammanto,
     453Che salir a’ cristian nel Cielo ajuta.
I Galli a Roma s’eran fermi intanto,
     Nè passar volser l’onorato rio,
     456Mentre che vuoto stette il Seggio santo.
E così fu creato Papa Pio;
     Ma pochi giorni stiè sotto a quel pondo,
     459Che gli avea posto in su le spalle Iddio.
Con gran concordia poi Giulio Secondo
     Fu fatto portinar di Paradiso,
     462Per ristorar de’ suoi disagi il mondo.
Poichè Alessandro fu dal Cielo ucciso,
     Lo stato del suo Cuca di Valenza
     465In molte parti fu rotto, e diviso.
Baglion, Vitelli, Orsini, e la semenza
     Di Monte Feltro in casa lor ne giro,
     468E Marco prese Rimino, e Faenza.
Insino in Roma il Valentin seguiro
     E Baglion, e l’Orsin per darli guai,
     471E de le spoglie sue si rivestiro.
Giulio sol lo nutrì di speme assai,
     E quel Duca in altrui trovar credette
     474Quella pietà, che non conobbe mai.
Ma poichè ad Ostia qualche giorno stette
     Per dipartirsi, il Papa fe’ tornallo
     477In Roma, ed a sue genti a guardia ’l dette,
Intanto i Capitan del fiero Gallo,
     Sopra la riva del Gariglian giunti
     480Facevan ogni forza per passallo.
Ed avendo in quel luogo invan consunti
     Con gran disagio molti giorni, e notti,
     483Dal freddo afflitti, e da vergogna punti;