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360 DECENNALE PRIMO.

Ma il Gallo più veloce, ch’io non dico,
     In men tempo che voi non diresti ecco,
     255Si fece forte contro al suo nimico.
Volsono i Galli di Romagna il becco
     Verso Milan, per soccorrere i suoi,
     258Lasciando il Papa, e ’l Valentino in secco.
E perchè il Gallo ne portasse poi,
     Come portò la palma con l’ulivo,
     261Non mancaste anche a darli ajuto voi.
Onde che ’l Moro d’ogni ajuto privo
     Venne a Mortara co’ Galli alle mani,
     264E ginne in Francia misero, e cattivo.
Ascanio, suo fratel, di bocca a’ cani
     Sendo scampato, per maggior oltraggio
     267La lealtà provò de’ Viniziani.
Volsero i Galli dipoi far passaggio
     Ne’ terren vostri, sol per isforzare,
     270E ridurre i Pisani a darvi omaggio.
Così vennero avanti, e nel passare,
     Che fece con sue genti Beumonte,
     273Trasse a la Lega più d’un mascellare;
E come furon co’ Pisani a fronte,
     Pien di confusion, di timor cinti,
     276Non dimostrorno già lor forze pronte.
Ma dipartirsi quasi rotti, e tinti
     Di gran vergogna, e conobbesi il vero,
     279Come e’ Francesi possono esser vinti.
Nè fu caso a passarlo di leggiero;
     Perchè se fece voi vili, ed abietti,
     282Fu a’ Franzesi il primo vitupero.
Nè voi di colpa rimaneste netti,
     Però che il Gallo ricoprir volea
     285La sua vergogna con gli altrui defetti.