Dove posasse il corso di una luna
Senz’alcun frutto, che a principj forti 222S’oppose crudelmente la fortuna.
Lungo sarebbe narrar tutti i torti,
Tutti gl’inganni corsi in quell’assedio, 225E tutti i cittadin per febbre morti.
E non veggendo all’acquisto rimedio
Levaste il campo per fuggir l’affanno 228Di quella impresa e del Vitello il tedio.
Poco di poi, del ricevuto inganno
Vi vendicaste assai, dando la morte 231A quel, che fu cagion di tanto danno.
Il Moro ancor non corse miglior sorte
In questo tempo, perchè la Corona 234Di Francia gli era già sopra le porte.
Onde fuggì per salvar la persona,
E Marco senza alcun ostacol messe 237Le ’nsegne in Ghiaradadda, ed in Cremona;
E per servar il Gallo le promesse
Al papa, fu bisogno consentirli, 240Che il Valentin de le sue genti avesse.
El qual, sotto la insegna de’ tre Gigli
D’Imola e di Furlì si fe Signore, 243E cavonne una donna co’ suoi figli.
E voi vi ritrovavi in gran timore,
Per esser suti un po’ troppo infingardi 246A seguitare il Gallo vincitore.
Pur, dopo la vittoria co’ Lombardi
Contento fu di accettarvi, non sanza 249Fatica e costo pel vostro esser tardi.
Nè fu appena ritornato in Franza,
Che Milan richiamava Lodovico 252Per mantener la popolare usanza.