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rienza dell'anno pattato, che T e fé rei co fuo non è per fare gior- nata co'Franceiì, mailime avendo a' foldi fomraa di fanti AIe« manni, come hanno; può ancora fapere che Io Stato di Milano è flato corfo, guafto, arfo, e depredato e da' Svizzeri e dal! 3 efercito fuo; può prefumere che fieno malìflìmo contenti , e defi- derino mutazione ; può credere che in quello Stato fia pochiflìmi danari per le ragioni fopraddecte, e quelli pochi che il Duca non gli polla avere per efiere giovane , e nello Stato nuovo , e debole. Gli Svizzeri non fi muoveranno fé non hanno danari» il Papa e gli altri collegati intendendo quella tregua, né fapendo la caufa perchè è fatta, daranno fofpefi, ed avranno poca fede in Sua Maeftà, e più predo cercheranno ì' accordo con Francia. I Veneziani batteranno quello Stato dal canto loro; le buone fortezze fi tengono per Francia, Genova (la malcontenta in modo fi può (limare , che come Francia volta il vifo verfo Italia , fu- bito al romore 1* efercito Spagnuolo s'abbia a partire, e tutte le terre di Lombardia a ribellare, e il nuovo Duca a fuggire. Ne può ancora fare fondamento che l' Imperatore abbia a tenere i Veneziani, perchè ha dato di fé tanti evidenti fegni , che non folo il Re di Spagna tenuto tanto fagace, ma ogni ben groflb dovrebbe efler chiaro quello che Sua Maeftà pofla fare. E pe- rò, compare mio, è neceflario che qui fia qualche ' cofa fotto, che non s' intende , e io (letti più che due ore nel letto oltre aU'ufato,per invefligare quello poteGe effe re , e non mi rifol- vetti a nulla di fermo. Mi levai e ferirli , perchè quando vi viene a propofito mi dichiate quello credete fia (lata la fantafia di Spa- gna in quefla tregua, ed io approverò il giudizio voflro, perchè a dirvi il vero fenza adulazione, T ho trovato in quefte cofe più faldo che di altro uomo col quale abbia parlato ; e a voi mi raccomando.
Die 21. Aprilis 15 13.
Francefco Vettori Orata? Romae . Tomo VI. C VI.