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III.
A una Signora.
P
Oichè Vofira Signoria vuole , Illuftriffima Madonna , inten- dere quefle noflre novità di Tofcana , feguice ne* profìimi giorni , io gliene narrerò volentieri , sì per fatisfarle , sì per avere i (uc- celli di quelle onorati gli amici di Vofira Signoria Uluflriffima e padroni miei; le quali due cagioni cancellano tutti gli altri difpiaceri avuti, che fono infiniti, come nell'ordine della ma- teria Vofira Signoria intenderà.
i Conclulb che fu nella dieta di Mantova di rimettere i Me- dici in Firenze, e partitoli il Viceré per tornarfene a Moda- na , fi dubitò in Firenze aliai , che il campo Spagnuolo non ve- nirle in Tofcana: nondirnanco non ce ne efiendo altra certezza, per avere nella dieta governate le cofe fegretamente , e non po- tendo credere molti, che il Papa volefl'e che l'efercito Spagnuolo turbante quella provincia , intendendoli maffime per lettere di Ro- ma non efTere intra gli Spagnuoli ed il Papa una grande confi- denza , fletterò con 1' animo fofpefi fenza fare altra preparazio- ne, infino a tanto che da Bologna venne la certezza del tutto. Ed efTendo già le genti nemiche propinque a' no fi ri confini a una giornata, turboilì in un tratto da quello fubito aflalto, e quali infperato, tutta la città; e confutato quello fufle da fare, fi deliberò con quanta più prePezza fi potefTe , non potendo elTere a tempo a guardare i palli de' monti , mandare a Firenzuola, caflello fu' confini tra Firenze e Bologna, 2000. fanti, acciocché gli Spagnuoli per non fi Jafciare addietro cosi grotta banda, fi volgeffero ali'efpugnazione di quel luogo, e defTero tempo a noi d' ingroffare con più genti , e potere con maggiori forze odare agli affalti. loro ; le quali genti fi pensò di non le mettere in cam- pagna,