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il diavolo, che erano gli avversarj; e parlatone diffusamente, entrò nell’esposizione delle parole dell’Esodo proposte, e disse che per le tribolazioni gli uomini buoni crescono in due modi, in spirito e in numero; in spirito, perchè l’uomo si unisce più con Dio, soprastandogli l’avversità, e diventa più forte, come più appresso al suo agente, come l’acqua calda accostata al fuoco diventa caldissima, perchè è più presso al suo agente. Crescono ancora in numero, perchè e’ sono di tre generazione uomini, cioè buoni e questi sono quegli che mi seguitano, perversi e ostinati, e quelli sono gli avversari. E’ un’altra specie di huomini di larga vita, dediti a’ piaceri, nè obstinati al mal fare, nè al ben fare rivolti, perchè l’uno da l’altro non discernano; ma chome fra e buoni et perversi nasce alcuna dissentione in fatto, quia opposita iusta se posita magis elucescunt, conoschono la malitia de’ tristi, et la simplicità de’ buoni, et a questi s’achostano et quegli fuggono, perchè naturalemente ogni uno fugge el male et seguita el bene volentieri, et però nelle adversità e tristi mancono et e’ buoni multiplicano; & ideo quanto magis &c. Io vi discorro brevemente, perchè la angustia epistolare non ricercha lunga narratione. Dixe di poi, entrato in varii dischorsi, come è suo costume, per debilitare più gli adversarii, volendosi fare un ponte alla seguente predicha, che le discordie nostre ci potrebbono fare surgere un tiranno che ci ruinerebbe le case et guasterebbe la terra; et questo non era contro a quello ch’egli haveva già detto, che Firenze havea felicitare, et dominare ad Italia, perchè poco tempo ci starebbe che sarebbe cacciato; et in su questo finì la sua predicazione.

L’altra mattina poi esponendo pure l’Esodo, e venendo a quella parte, dove dice che Moisè ammazò uno Egizio, disse che l’Egizio erono gli uomini captivi, e Moisè il predicatore che gli amazava, scoprendo e vitii loro; et dixe: O Egiptio, io ti vo’ dare una coltellata; et qui cominciò a squadernare e libri vostri, o preti, et trattarvi in modo che non n’harebbono mangiato e cani; dipoi soggiunse, et qui