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atto terzo. | 175 |
non facciamo altrimenti. Quanto è egli che voi non parlasti al frate?
- Nicia
- È più di dieci anni.
- Ligurio
- Sta bene. Io gli dirò che voi sete assordato, e voi non risponderete e non direte mai cosa alcuna, se noi non parliamo forte.
- Nicia
- Così farò.
- Ligurio
- Non vi dia briga che io dica qualche cosa che vi paja disforme a quello che noi vogliamo, perché tutto tornerà a proposito.
- Nicia
- In buon ora.
SCENA TERZA.
F. TIMOTEO, E UNA DONNA.
F.Tz'm. S E voi vi volefie confelTare , io farò ciò che voi vo- lete. i u -
Donna. Non per oggi; io fono afpettata,e mi balia ell'ermi sfos gata un poco cosi ritta ritta. Avete voi detto quelle melTe della nolira Donna .3
F.Tim. Madonna si.
Donna. T ogliene ora quello fiorino, e direte due meli ogni lu- nedì la melTa de’ morti per l’ anima del mio marito .Ed an- cora che folTe un omaccio , pure le carni tirano; io non pof- fo far, ch’io non mi ril'enta, quando io me ne ricordo. Ma credete voi, ch’ei fia in purgatorio?
F.Tim. Senza dubbio.
Donna. Io non fo già cotello. Voi l'apete pure quello che mi faceva qualche volta . Oh! quanto me ne dolfi io con elTo voi. Io mi difcofiava quanto io pOteva; ma egli era si importu- no. Uh! nofiro Signore.
F. Tim.