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atto primo. | 159 |
di magnificenzia; fare’mi familiar suo, del marito. Che so io? Di cosa nasce cosa, e il tempo la governa.
- Siro
- E’ non mi dispiace.
- Callimaco
- Ligurio si partì questa mattina da me, e disse che sarebbe con messer Nicia sopra questa cosa, e me ne risponderebbe.
- Siro
- Eccogli di qua insieme.
- Callimaco
- Io mi vo’ tirare da parte, per essere a tempo a parlare con Ligurio, quando non si spicca dal dottore. Tu intanto, ne va’ in casa alle tue faccende, e, se io vorrò che tu facci cosa alcuna, io tel dirò.
- Siro
- Io vo.
SCENA SECONDA.
- Nicia
- Io credo che tua consigli sien buoni, e parlane jersera alla donna. Disse che mi risponderebbe oggi; ma, a dirti il vero, io non ci vo di buone gambe.
- Ligurio
- Perchè?
- Nicia
- Perchè io mi spicco mal volentieri da bomba. Dipoi, ad avere a travasare moglie, fante, masserizie, ella non mi quadra. Oltra di questo, io parlai iersera a parecchi medici. L’uno dice che io vadia a San Filippo, l’altro alla Porretta, e l’altro alla Villa; e’ mi parvono parecchi uccellacci; e a dirti il vero, questi dottori di medicina non sanno quello che si pescono.
- Ligurio
- E’ vi debbe dar briga, quello che voi dicesti prima, perchè voi non sete uso a perdere la Cupola di veduta.
- Nicia
- Tu erri! Quando io ero più giovane, io son stato molto