dispensò la maggior parte delle sue fortune. Oltre a di questo, nei tempi di carnasciali e di San Giovanni, quando tutta la città per antica consuetudine festeggia, e che molti cittadini nobili e ricchi con splendidissimi conviti si honorono, per non essere mona Onesta all’altre donne inferiore, voleva che il suo Roderigo con simili feste tucti gli altri superassi. Le quali cose tucte erano da lui per le sopradette cagioni sopportate; nè gli sarebbono, anchora che gravissime, parute gravi a farle, se da questo ne fussi nata la quiete della casa sua et s’egli havessi potuto pacificamente aspettare i tempi della sua rovina. Ma gl’interveniva l’opposito, perchè con le insopportabili spese, la insolente natura di lei infinite incommodità gli arrecava; et non erano in casa sua nè servi nè serventi che, nonchè molto tempo, ma brevissimi giorni la potessino sopportare; donde ne nascevano a Roderigo disagi gravissimi per non potere tenere servo fidato che havessi amore alle cose sua; et, nonchè altri, quegli diavoli, i quali in persona di famigli haveva condotti seco, più tosto elessono di tornarsene in inferno a stare nel fuoco, che vivere nel mondo sotto lo imperio di quella. Standosi adunque Roderigo in questa tumultuosa et inquieta vita, et havendo per le disordinate spese già consumato quanto mobile si haveva riserbato, cominciò a vivere sopra la speranza dei ritratti, che di Ponente e di Levante aspettava; et havendo anchora buono credito, per non mancare di suo grado, prese a cambio. Et girandogli già molti marchi adosso, fu presto notato da quegli, che in simile exercizio in Mercato si travaglano. Et essendo di già il caso suo tenero, vennero in un sùbito di Levante et di Ponente nuove come l’uno de’ frategli di mona Onesta s’haveva giucato tutto il mobile di Roderigo, et che l’altro, tornando sopra una nave carica di sue mercatantie sanza essersi altrimenti assicurato, era insieme con quelle annegato. Nè fu prima publicata questa cosa che i creditori di Roderigo si ristrinsono insieme; et giudicando che fosse spacciato, nè possendo an-