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che di nuovo lo avrebbe a se questa sera, e che lo pregherebbe e graverebbe con quelli modi più efficaci potesse a fare tale effetto. Nondimeno, ragionando noi insieme de’ disegni dati, ci pare, che volendo stare in sul circuito vecchio, che non si possa migliorare, nè si possa anco non stare in su tal circuito1, perchè, a non vi volere stare, conviene o crescere Firenze nel modo che sa la Santità di Nostro Signore, o levare via il quartiere di S. Spirito e ridurre la città tutta in piano. Il primo modo lo fa debole la gran guardia che vi bisognerebbe, dove il popolo del Cairo sarebbe poco; il secondo modo è parte debole e parte empio. Debole sarebbe, quando voi lasciassi le case di quel quartiere in piè, perchè lasceresti una città al nemico più potente di voi, e che si varrebbe del contado più di voi, tanto che gli straccherebbe prima voi, che voi straccassi lui: l’altro modo di rovinarlo, quanto sia difficile e strano, ciascuno lo intende. Pertanto bisogna affortificarlo come egli è, in qual modo io non vi voglio ancora scrivere, sì perchè egli non è bene fermo, sì ancora per non entrare innanzi a’ miei maggiori. Bastivi questo: che delle mura di detto quartiere del di là d’Arno, parte se ne taglia, parte se ne spigne in fuori, parte se ne tira in dentro; e parmi, e così pare al signor Vitello venuto a questo effetto, che questo luogo resti fortissimo, e più forte che il piano; e così dice e afferma il conte Pietro, affermando con giuramento che questa città, acconcia in tal modo, diventa la più forte terra di Italia. Noi abbiamo a essere insieme domattina per rivedere tutto e massime il disegno maggiore; dipoi si ristringeranno questi deputati, e esamineranno ciò che si è ordinato, e tutto si metterà in scritto e in disegno, e manderassi costì alla S.tà di Nostro Signore, e sono di oppinione gli satisfarà, e massime quello del poggio, dove sono fatti i provedimenti strasordinarii. Quel del piano

  1. In questa ed altre susseguenti lettere si parla del piano per fortificare Firenze. La relazione della visita fatta a questo proposito si è riportata nel Tomo secondo.