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casa a Messer Antonio. Il quale udendo il caso, e vedendo il fanciullo, non meno si riempiè di maraviglia e di pietade che si fusse ripiena la donna. E consigliatisi tra loro, quale partito dovessero pigliare, deliberarono allevarlo, sendo esso prete, e quella non avendo figliuoli. Presa adunque in casa una nutrice, con quello amore che se loro figliuolo fusse, lo nutricorno.

Ed avendolo fatto battezzare, per il nome di Castruccio loro padre lo nominarono. Cresceva in Castruccio con gli anni la grazia, ed in ogni cosa dimostrava ingegno e prudenza, e presto secondo l’età imparò quelle cose, a che da Messer Antonio era indirizzato; il quale disegnando di farlo sacerdote, e con il tempo rinunziarli il calonacato, ed altri suoi benefizi, secondo tale fine lo ammaestrava; ma aveva trovato suggetto all’animo sacerdotale al tutto disforme. Perchè come prima Castruccio pervenne all’età di xiv. anni, e che incominciò a pigliare un poco di animo sopra Messer Antonio e Madonna Dianora, e non gli temer punto, lasciati i libri ecclesiastici da parte, cominciò a trattare l’armi, nè di altro si dilettava che o di maneggiare quelle, o con gli altri suoi eguali correre, saltare, fare alle braccia, e simili esercizj; dove ei mostrava virtù di animo e di corpo grandissima, e di lunga tutti gli altri della sua età superava. E se pure ei leggeva alcuna volta, altre lezioni non gli piacevano, che quelle che di guerre o di cose fatte da grandissimi uomini ragionassino. Per la qual cosa Messer Antonio ne riportava dolore e noja inestimabile.

Era nella città di Lucca un gentiluomo della famiglia de’ Guinigi, chiamato Messer Francesco, il quale per ricchezza, per grazia, e per virtù passava di lunga tutti gli altri Lucchesi, l’esercizio del quale era la guerra, e sotto i Visconti di Milano aveva lungamente militato; e perchè Ghibellino era, sopra tutti gli altri che quella parte in Lucca seguitavano era stimato.

Costui trovandosi in Lucca, e ragunandosi sera e mattina con gli altri