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NATURE DI UOMINI FIORENTINI.


PIERO DI GINO CAPPONI.



COsì morì Piero Capponi, uomo assai riputato per le virtù dell’avolo e bisavolo suo, la opinione delle quali spenta nel padre si aveva con l'animo e con la eloquenza racquistata, delle quali due qualità assai si prevaleva. Fu nondimeno vario nelle sue azioni, intantochè parlando di lui Lorenzo de' Medici disse, che Piero gli pareva quando il padre e quando l’avolo. Non ebbe la fortuna manco varia che l’ingegno, perchè da quella in ogni qualità di governo fu in vari modi ora sollevato ora depresso. Puossi dargli infra le altre questa laude, che egli solo reggesse quello, che tutti gli altri cittadini aveano abbandonato, quando in sulla fronte del Re stracciò quelli capitoli che toglievano la libertà alla patria sua; nè lo sbigottì l’insolenza e potenza de’ Franzesi, né la viltà de’ suoi, e solo per lui stette che Firenze non vivesse serva de’ Franzesi, come per Cammillo che Roma non vivesse ricomperata da quelli.



ANTONIO GIACOMINI.


Quando fu eletto Commissario al primo guasto.

COstui in sua puerizia per le parti di Messer Luca, e di Piero de' Medici vecchio, fu confinato con suo padre fuori della città, e ridottosi a una sua villa, il padre lo mandò a Pisa a