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si mangia; nel quale tempo molte terre sono espugnate e molti eserciti sono stati da quegli di dentro rovinati. Però si debbe con diligenza da ogni parte stare sempre guardato e in buona parte armato. Io non voglio mancare di dirvi come quello che fa difficile il difendere una città o uno alloggiamento è lo avere a tenere disunite tutte le forze che tu hai in quegli; perchè, potendoti il nemico assalire a sua posta tutto insieme da qualunque banda, ti conviene tenere ogni luogo guardato; e così quello ti assalta con tutte le forze e tu con parte di quelle ti difendi. Può ancora lo assediato essere vinto in tutto, quello di fuora non può essere se non ributtato; onde che molti che sono stati assediati o nello alloggiamento o in una terra, ancora che inferiori di forze sono usciti con tutte le loro genti ad un tratto fuora e hanno superato il nemico. Questo fece Marcello a Nola; questo fece Cesare in Francia, che, essendogli assaltati gli alloggiamenti da uno numero grandissimo di Francesi e veggendo non gli potere difendere per avere a dividere le sue forze in più parti, e non potere, stando dentro agli steccati, con empito urtare il nemico, aperse da una banda lo alloggiamento, e, rivoltosi in quella parte con tutte le forze, fece tanto impeto loro contra e con tanta virtù che gli superò e vinse. La costanza ancora degli assediati fa molte volte disperare e sbigottire coloro che assediano. Essendo Pompeo a fronte di Cesare e patendo assai l’esercito Cesariano per la fame, fu portato del suo pane a Pompeo; il quale vedendo fatto di erbe comandò che non si mostrasse al suo esercito per non lo fare sbigottire, vedendo quali nemici aveva all’incontro. Niuna cosa fece tanto onore a’ Romani nella guerra di Annibale quanto la costanza loro, perchè in qualunque più nemica e avversa fortuna mai non domandorono pace, mai fecero alcun segno di timore; anzi, quando Annibale era allo intorno di Roma, si venderono quegli campi dove egli aveva posti i suoi alloggiamenti, più pregio