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e con tutte le forze tue. Questo modo di riparare fu osservato da’ Pisani, quando voi vi andavi a campo; e poterono farlo, perchè avevano le mura gagliarde, che davano loro tempo, e il terreno tenace e attissimo a rizzare argini e fare ripari. Che se fussono mancati di questa commodità, si sarebbero perduti. Pertanto si farà sempre prudentemente a provvedersi prima, faccendo i fossi dentro alla sua città e per tutto il suo circuito, come poco fa divisammo, perchè in questo caso si aspetta ozioso e sicuro il nemico, essendo i ripari fatti. Occupavano gli antichi molte volte le terre con le cave sutterranee in due modi: o e’ facevano una via sotterra segretamente che riusciva nella terra, e per quella entravano, nel quale modo i Romani presono la città de’ Veienti, o con le cave scalzavano uno muro e facevanlo rovinare. Questo ultimo modo è oggi più gagliardo e fa che le città poste alto sieno più deboli, perchè si possono meglio cavare; e mettendo dipoi nelle cave di quella polvere che in istante si accende, non solamente rovina uno muro, ma i monti si aprono e le fortezze tutte in più parti si dissolvono. Il rimedio a questo è edificare in piano e fare il fosso che cigne la tua città tanto profondo, che il nemico non possa cavare più basso di quello che non trovi l’acqua, la quale è solamente nemica di queste cave. E se pure ti truovi con la terra che tu difendi in poggio, non puoi rimediarvi con altro che fare dentro alle tue mura assai pozzi profondi, i quali sono come sfogatoi a quelle cave che il nemico ti potesse ordinare contra. Un altro rimedio è fargli una cava all’incontro, quando ti accorgessi donde quello cavasse; il quale modo facilmente lo impedisce, ma difficilmente si prevede, essendo assediato da uno nemico cauto. Deve sopra tutto avere cura, quello che è assediato, di non essere oppresso ne’ tempi del riposo, come è dopo una battaglia avuta, dopo le guardie fatte, che è la mattina al fare del giorno, la sera tra dì e notte, e sopra tutto quando