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pensano che possano essere offesi meno; perchè si sono perdute assai terre quando il nemico le assalta da quella parte donde essi non credono essere assaltati. E questo inganno nasce da due cagioni: o per essere il luogo forte e credere che sia inaccessibile, o per essere usata arte dal nemico di assaltargli da uno lato, con romori finti e, dall’altro, taciti e con assalti veri. E però deggiono gli assediati avere a questo grande avvertenza, e sopra tutto d’ogni tempo, e massime la notte, fare buone guardie alle mura; e non solamente preporvi uomini, ma i cani, e torgli feroci e pronti, i quali col fiuto presentano il nemico e con lo abbaiare lo scuoprano. E non che i cani, si è trovato che l’oche hanno salvo una città, come intervenne a’ Romani quando i Francesi assediavano il Campidoglio. Alcibiade, per vedere se le guardie vigilavano, essendo assediata Atene dagli Spartani, ordinò che, quando la notte egli alzasse uno lume, tutte le guardie lo alzassero, constituendo pena a chi non lo osservasse. Ificrate ateniese ammazzò una guardia che dormiva, dicendo di averlo lasciato come l’aveva trovato. Hanno coloro che sono assediati tenuti vari modi a mandare avvisi agli amici loro; e per non mandare imbasciate a bocca, scrivono lettere in cifera e nascondonle in vari modi: le cifere sono secondo la volontà di chi l’ordina, il modo del nasconderle è vario. Chi ha scritto il fodero, dentro, d’una spada; altri hanno messe le lettere in uno pane crudo, e dipoi cotto quello e datolo come per suo cibo a colui che le porta. Alcuni se le sono messe ne’ luoghi più secreti del corpo. Altri le hanno messe in un collare d’uno cane che sia familiare di quello che le porta. Alcuni hanno scritto in una lettera cose ordinarie, e dipoi, tra l’uno verso e l’altro, scritto con acque che, bagnandole e scaldandole, poi le lettere appariscano. Questo modo è stato astutissimamente osservato ne’ nostri tempi; dove che, volendo alcuno significare cose da tenere secrete a’ suoi amici che dentro a una terra abitava-