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Fabrizio. Ecco, che se non fusse la prudenza del domandatore, egli rimaneva indietro una parte che merita considerazione. Io vi dico, di nuovo, che gli antichi facevano ogni cosa meglio e con maggiore prudenza di noi; e se nelle altre cose si fa qualche errore, nelle cose della guerra si fanno tutti. Non è cosa più imprudente o più pericolosa a uno capitano, che fare la guerra il verno, e molto più pericolo porta colui che la fa che quello che l’aspetta. La ragione è questa: tutta la industria che si usa nella disciplina militare, si usa per essere ordinato a fare una giornata col tuo nemico, perchè questo è il fine al quale ha ad ire uno capitano, perchè la giornata ti dà vinta la guerra o perduta. Chi sa adunque meglio ordinarla; chi ha l’esercito suo meglio disciplinato, ha più vantaggio in questa e più può sperare di vincerla. Dall’altro canto non è cosa più nemica degli ordini, che sono i siti aspri o i tempi freddi e acquosi; perchè il sito aspro non ti lascia distendere le tue copie secondo la disciplina, i tempi freddi e acquosi non ti lasciano tenere le genti insieme, nè ti puoi unito presentare al nemico, ma ti conviene alloggiare disiunto di necessità e senza ordine avendo ad ubbidire a’ castegli, a’ borghi e alle ville che ti ricevano, in maniera che tutta quella fatica da te usata per disciplinare il tuo esercito è vana. Nè vi maravigliate se oggi guerreggiano il verno; perchè, essendo gli eserciti senza la disciplina, non conoscono il danno che fa loro il non alloggiare uniti, perchè non dà loro noia non potere tenere quegli ordini e osservare quella disciplina che non hanno. Pure e’ doverrebbono vedere di quanti danni è stato cagione il campeggiare la vernata, e ricordarsi come i Francesi, l’anno millecinquecentotre, furono rotti in sul Garigliano dal verno e non dagli Spagnuoli. Perchè, come io vi ho detto, chi assalta ha ancora più disavvantaggio; perchè il mal tempo l’offende più, essendo in casa altri e volendo fare la guerra.