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358 | dell’arte della guerra |
occupò la terra. Publio Valerio, temendo della fede degli Epidauri, fece venire, come noi diremmo, un perdono a una chiesa fuor della terra, e, quando tutto il popolo era ito per la perdonanza, serrò le porte e dipoi non ricevè dentro se non quegli di chi egli confidava. Alessandro Magno, volendo andare in Asia e assicurarsi di Tracia, ne menò seco tutti i Principi di quella provincia, dando loro provvisione, e a’ populari di Tracia prepose uomini vili; e così fece i Principi contenti, pagandogli, e i popolari quieti, non avendo capi che gli inquietassono. Ma tra tutte le cose con le quali i capitani si guadagnano i popoli, sono gli esempj di castità e di giustizia; come fu quello di Scipione in Ispagna, quando egli rendè quella fanciulla di corpo bellissima al padre e al marito; la quale gli fece più che coll’armi guadagnare la Ispagna. Cesare, avendo fatto pagare quelle legne ch’egli aveva adoperato per fare lo steccato intorno al suo esercito in Francia, si guadagnò tanto nome di giusto, ch’egli si facilitò lo acquisto di quella provincia. Io non so che mi resti a parlare altro sopra questi accidenti; nè ci resta sopra questa materia parte alcuna che non sia stata da noi disputata. Solo ci manca a dire del modo dell’espugnare e difendere le terre; il che sono per fare volentieri, se già a voi non rincrescesse.
Batista. La umanità vostra è tanta, ch’ella ci fa conseguire i desiderj nostri senza avere paura di essere tenuti prosuntuosi; poichè voi liberamente ne offerite quello che noi ci saremmo vergognati di domandarvi. Però vi diciamo solo questo: che a noi non potete fare maggiore nè più grato beneficio, che fornire questo ragionamento. Ma prima che passiate a quell’altra materia, solveteci uno dubbio: s’egli è meglio continuare la guerra ancora il verno, come si usa oggi, o farla solamente la state e ire alle stanze il verno, come gli antichi.